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Milano

Gio, 8 Feb, 1923

Milano, Parco Vittoria, Teatro La Scala

Ancora Fenalik, una spaventosa Aida e un uomo solo con la sua pazzia

La mattina di questo giorno così difficile per gli investigatori si apre con la visita di Raymond Terenzi, musicista di gran talento e amico stretto di William, attualmente a Milano per uno spettacolo. Il giornalista forse temendo per la sua incolumità racconta al musicista di tutta la vicenda; Ray sembra essere estremamente interessato, dice di prendere ispirazione per le sue canzoni dall'occulto. In attesa della sera, quando saranno spettatori de "L'Aida" al teatro la scala, gli investigatori decidono di sincerarsi se il braccio del simulacro è ancora presente nella cassetta di sicurezza in banca; il pezzo è ancora al suo posto, ma gli impiegati nel locale sembrano essere deperiti. Durante la lettura dei quotidiani Padre O'Brian nota un articolo in cui viene riportata un'aggressione in un parco da parte di una non meglio specificata creatura. I tre si recano subito al parco dove devono convincere con delle mazzette uno spazzino riluttante a dare informazioni sul luogo preciso dell'incidente, l'inserviente gli inidica un capanno degli attrezzi. Arrivati innanzi alla piccola struttura in legno gli investigatori tentano di entrare con circospezione, ma Padre O'Brian cade rovinosamente a terra e dalla porta subito dopo esce una terribile figura dalle fattezze note agli investigatori: è il Conte Fenalik. L'immondo essere sale sulla schiena dello sfortunato sacerdote affondando nella carne dei disgustosi artigli, dopo pochissimi, ma interminabili, attimi di immobilità, il Conte inizia a mutare la sua forma in un essere spaventoso, massiccio, imponente con grandi ali. William e Jonh sono paralizzati, ma quando l'orrenda creatura inizia a squartare la schiena del Prete i due riescono a fuggire, il giornalista americano una volta giunti in salvo cade in uno stato catatonico, Jonh è invece presto circondato da una ronda di camicie nere che porta i due stanieri nella casa del fascio per interrogarli e mostrargli i "nuovi metodi" fascisti. Dopo essere stati manganellati a dovere i due sono lasciati svenuti sul ciglio della strada, una volta ristabilitisi William e Jonh si rendono conto che sono passate alcune ore e che a breve inizierà lo spettacolo a teatro. Dopo essersi rimessi in sesto e vestiti in modo adeguato, ancora doloranti si recano alla Scala e li prendono posto in sala.

Poco dopo l'inizio dello spettacolo accade qualcosa di strano, il teatro sembra essersi spostato in un'altra dimesione, la voce della cantante muta in quella della Cavallaro, ma invece di provenire dal palco proviene da un anziano signore che siede accanto ai due investigatori, William alla vista dello strano fenomeno cede di nuovo e torna a rannicchiarsi in stato catatonico, mentre Joe si rende conto che vicino all'uomo che canta c'è una signora anziana che sembra essere proprio una Caterina Cavallaro estremamente invecchiata. Intanto sul palco appare un manichino vestito con un armatura, è il quello che gli investigatori hanno invano cercato. Ora c'è la certezza che esso sia in realtà il busto del simulacro. L'anziano signore, la Cavallaro e altri 4 uomini si alzano e vanno verso il palco per prendere il manichino, Jonh e William li seguono immediatamente.

Una volta sistemato l'artefatto su un carro in legno il gruppo si allontana ed esce verso la strada, ma l'anziana Cavallaro inizia ad aver un pesante alterco con l'uomo che le ha rubato la voce, questi inizia a strangolarla senza pietà, William e Jonh approfittando del momento di smarrimento riescono ad afferrare il carro. I quattro sgherri inseguono subito gli investigatori che trovano però un insperato aiuto da un uomo che appena sceso da un taxi fa fuoco contro gli uomini al loro insegumento, il nuovo arrivato durante la sparatoria afferma di essere il fratello del Prof. Collins, Jacob; evidentemente giunto a Milano preoccupato dopo aver letto la corrispondenza che il povero professore soleva spedirgli con frequenza. Nel frattempo il vecchio, dopo aver sistemato la Cavallaro, inizia a formulare blasfeme parole e a disegnare nell'aria strani gesti che materializzano una gigantesca e orribile creatura dalla pelle penzolante, gli occhi spenti e la testa rugosa, delle enormi braccia che emanava un tremenda aura di malvagità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il fratello del Prof.Collins si dimostra essere un ottimo tiratore uccidendo sul colpo due dei quattro uomini, Jonh e William ne approfittano e continuano ad allontanarsi con il busto sul carro, ma la creatura appena evocata si avvicina con impressionante velocità. Intanto Jacob, dopo aver messo fuori gioco gli altri due scagnozzi che lo avevano attaccato in corpo a corpo, sposta il suo fuoco verso l'anziano cultista che sembra però assorbire i colpi grazie ad un altra sua oscura inovcazione.  Nel mentre la creatura raggiunge Jonh e con i suoi poderosi artigli lo squarta, ma fortunatamente i due investigatori erano quasi arrivati ad un incrocio e William riesce a svoltare l'angolo e uscire dalla vista del mostro mentre questi uccideva il suo amico. Nello stesso momento, constatato che le armi da fuoco sono inutili, Jacob decide di attaccare in corpo a corpo il vecchio cultista, che a causa dei colpi subiti perde il controllo del gigantesco essere, che sfortunatamente si scaglia contro il coraggioso uomo venuto alla ricerca del proprio fratello.

William sull'orlo della pazzia ed a corto di ogni energia riesce ad arrivare in albergo dove con un ultimo disperato gesto fa portare il busto nella sua stanza per poi svenire. Un altro pezzo del simulacro è stato preso, ma ad un prezzo altissimo.

Mer, 7 Feb, 1923

Milano, Teatro La Scala, Villa Sconosciuta

Un altro grande dolore

Gli investigatori si svegliano con un fortissimo prurito che fa tornare alla mente il racconto che Lucia Visconti aveva fatto loro pochi giorni prima riguardo ai fastidi che avevano colpito le costumiste del Teatro. Nonostante ciò il gruppo si reca subito alla Scala per cercare nei magazzini il manichino, non c'è però Jonh che sembra avere uno dei suoi momenti di solitudine ed è impossibile da contattare. Giunti sul luogo gli investigatori vengono accompagnati nei sotteranei da un inserviente del teatro. Dopo alcuni minuti si rendono conto che l'uomo che era con loro era scomparso, al suo posto notano una chiazza di sangue che si allargava da dietro alcuni scaffali e i Turchi, che come nella galleria del Duomo, li accerchiano. Questa volta non c'è via di fuga, Donovan cade sotto i colpi di quello che sembra essere il capo della cricca, Il Prof. Collins disperatamente tenta di nominare Sedefkar pensando di fermare o incuriosire gli aggressori che invece sembrano essere più inferociti e picchiano i tre sopravissuti fino a fargli perdere i sensi . Quando William, Padre O'Brian e il Prof. Collins riprendono conoscenza si trovano rinchiusi in tre celle diverse in cui è presente uno strano marchingegno. Il Professore spinto dalla sua innata curiosità cerca di capire cosa sia l'oggetto ma nel maneggiarlo rimane fuminato mortalmente, questo però apre la cella degli altri due, che in pochi attimi si rendono conto del sacrifico di un altro loro amico che gli permette però di essere liberi. La psiche dei due inizia a vacillare, ma nonostante tutto decidono di attuare un piano di fuga. È un piano dei più semplici: William e Padre O'Brian si nascondono dietro la porta che divide il corridoio dove sono le celle e la stanza dove presumibilmente ci sono i carcerieri, il giornalista è costretto a staccare un arto dal corpo carbonizzato del suo amico in mancanza di altri oggetti da lanciare come esca per far giungere le guardie e scappare alle loro spalle nascosti dalla porta che si apre. Il piano riesce, i due fuggono dentro la stanza, sbarrano la porta con una scrivania e una volta all'interno trovano una via di fuga dalla casa. Dopo aver attraversato di corsa il giardino scavalcano il cancello e si trovano su una strada che si rivela portare alla Galleria del Duomo. I due, esausti, tornano in albergo dove ritrovano Jonh che viene incaricato da William di andare a chiamare la Visconti a cui deve chiedere se al teatro sono stati trovati dei cadaveri e se può trovargli dei biglietti per la prima de "L'Aida"che si terrà il giorno successivo. La donna, anche grazie alla forte simpatia che prova per l'Americano racconta al gruppo che al teatro non si è sentito nulla a riguardo di cadaveri e assicura che farà recapitare dei biglietti. William inoltre cerca di contattare un suo amico musicista che è in tournee a Milano. Con ancora addosso il peso della morte dei due amici gli investigatori sopravissuti cercano di trovare ristoro in un difficile e tormentato sonno.  

  

 

Mar, 6 Feb, 1923

Milano, Galleria del Duomo, Teatro la Scala.

Un bel pestaggio e la ricerca di un manichino.

Gli investigatori come il giorno precedente attendono la mezzanotte, la voce della Cavallaro risuona ancora, ma una brutta sopresa li attende. Degli uomini, molto probabilmente dei Turchi, gli tendono un agguato in un vicolo, giunti da entrambi i lati attaccano con l'intenzione di uccidere, ma non riescono nel loro intento, infatti le urla e i rumori della collutazione mettono in allerta una pattuglia di carabinieri che mette in fuga gli assalitori. Gli investigaotri vengono curati ed interrogati e poi accompagnati in albergo. I turchi hanno smesso di muoversi nell'ombra e si sono mostrati nel peggiore dei modi. Nonostante la paura, gli appuntamenti della giornata sono numerosi, gli incontri con Lucia Visconti e con l'Antiquario Gervaso Salienti. William si reca dalla donna, che sembra avere una predilezione per lui; il Prof Collins, che non l'ha mai incontrata, controllerà che non succeda nulla. La Visconti parla di un manichino che è stato scartato e nascosto nei magazzini perchè dava una pessima impressione, inoltre conferma che nello staff della Scala è ancora presente un Bellavista. 

Il gruppo si reca all'abitazione di Salienti, che gli mostra alcuni oggetti dell'epoca dei Templari: tra di essi, è presente il medaglione, gli investigatori fingono di essere interessati agli altri pezzi; tornati dall'altro antiquario gli confermano i suoi sospetti, ma decidono di non andare a fondo alla questione nonostante le pressanti richieste di ulteriore aiuto dell'uomo.

La prossima tappa è di nuovo il Teatro alla Scala, dove i cinque trovano conferme da alcune sarte che è effettivamente esistito un manichino dall'aura sinistra e che è stato messo via. Ma i magazzini sono enormi ed è difficile cercarvi all'interno senza un opportuno aiuto di qualcuno che conosca il luogo, Ricciardi acconsente ad una visita la mattina successiva. 

 

 

 

Lun, 5 Feb, 1923

Milano, Galleria del Duomo, Teatro la Scala.

Voci nella notte, rettili, furti e strani pruriti 

Giunto a Milano il gruppo si divide, Il Prof. Collins rimane in stanza a studiare la pergamena e il Dott. Donovan preferisce riposare. Gli altri decidono di cercare di ascoltare la voce della Cavallaro nella galleria del Duomo. Giunti sul posto poco prima della mezzanotte dopo alcuni minuti d'attesa William, Joe e Padre O'Brian sentono delle arie di musica lirica risuonare nell'aria, cercano di individurare da dove proviene il suono ma non riescono a trovare nulla, all'improvviso notano una figura della stazza di un gatto scomparire nel buio. I tre tornano in albergo e la mattina raccontano agli altri dell'accaduto. Tutti tranne Rupert che si reca in bliblioteca per uno studio approfondito della pergamena, tornano nel luogo dove è apparsa la piccola figura. Joe riesce a trovare delle impronte che sembrano essere di un rettile, il pensiero va al camaleonte visto in piazza Duomo pochi giorni prima. Il passo successivo è quindi cercare un negozio di rettili, un commesso da agli investigatori l'indirizzo di un addestratore. Ma molte sono le piste che devono essere seguite, la scomparsa della Cavallaro è una di quelle: giunti al Teatro La Scala lo trovano chiusa, ma con una giusta somma ogni porta si apre. Il luogo è immenso e gli investigatori si perdono molte volte prima di trovare qualcuno a cui chiedere informazioni, vengono infine mandati dallo sceneggiatore Paolo Ricciardi che però non ha molto tempo per parlare, è infatti indaffarato nella preparazione della Prima dell'Aida dopo che sarà stata trovata una sostituta per la Cavallaro. L'uomo però racconta una cosa molto interessante: oltre il mistero della scomparsa della cantante, un altro problema misterioso sembra affliggere il teatro: le costumiste si ammalano con molta frequenza e debbono essere sostituite, anche se l'ultima sembra non essere afflitta da questo malanno, il suo nome Ã¨ Lucia Visconti. Quando viene interpellata questa splendida donna sembra essere molto disponibile con gli Investigatori e gli da appuntamento per il giorno seguente. La tappa successiva Ã¨ recarsi dall'antiquario con cui William e Padre O'Brian avevano già preso appuntamento, il commerciante afferma che un in effetti un milanese era in possesso di reperto di orgine araba, il suo nome era Giacomo Bellavista un ex membro dell staff della Scala. In cambio della ricerca viene però chiesto agli investigatori di indagare su un furto. All'antiquario è stato rubato infatti un prezioso medaglione dell'età dei templari, la cosa molto strana è che non ci sono stati segni di scasso nè sulla porta, nè nella teca dove era custodito. Come se fosse sparito nel nulla. L'unica persona che era a conoscenza dell'oggetto era un altro antiquario quello che lo ha valutato, il suo nome è Gervaso Salienti, gli investigatori decidono di andargli a fare qualche domanda. Si recano alla bottega del sospettato e decidono di fingersi facoltosi collezionisti Americani di oggetti sui templari, la messinscena riesce e il negoziante gli dà appuntamento per il giorno seguente a casa sua. 

Al ritorno in albergo Rupert aggiorna gli altri sui suoi studi: le pergamene di Sedefkar risalgono al XII sec. e furono scritte da Sedefkar L'Onsmanli, il simulacro era in suo possesso, ma una profezia afferma che sarà destinato a perderlo, per questo scrive 5 pergamene con le caratteristiche e il rito. La pergamena della testa rappresenta i pensieri e la storia di Sedfkar che era un discepolo di un'antica divinità turca (probabilmente lo scorticatore). Il manufatto fu creato per soddisfare i desideri del suo Dio e il suo potere dove essere usato per donare altri poteri: allungare la vita o comunicare con la Divinità. Terminate queste rivelazioni il gruppo decide di tornare nella galleria del Duomo con la speranza di scoprire il mistero della Cavallaro e del camaleonte. 

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